Il razzismo in generale è un problema molto diffuso attualmente, con i movimenti e le proteste Black Lives Matter che si verificano in tutto il mondo. Nello sport invece è più silenzioso e inaudito, nonostante sia comune e molti giocatori abbiano parlato delle loro esperienze a riguardo.
Personaggi famosi come il defunto giocatore di basket della Hall of Fame, Kobe Bryant, hanno parlato della necessità che le persone siano istruite sull'argomento. Bryant ha detto che il razzismo "fa parte della nostra cultura da un po' di tempo" e che "l'istruzione è sempre la cosa più importante".
Queste segnalazioni di incidenti legati al razzismo nel calcio sono aumentati costantemente, come quelle del vincitore della Premier League Raheem Sterling che lo ha vissuto in una partita della Premier League e ha affermato che il razzismo è “l'unica malattia in questo momento”, ma ora la FA (Football Association) e Kick it Out (un'organizzazione che lavora con il razzismo nel calcio) ha preso provvedimenti per indagare su di essi e risolvere questo terribile problema. Questi incidenti in realtà non dovrebbero accadere, ma ora si stanno adottando misure per prevenirli e risolverli. Funzionari del Dipartimento della Cultura, dei Media e dello Sport hanno affermato che il razzismo "non ha posto nel calcio o nella società". Sebbene questi eventi siano accaduti, il calcio e la comunità sportiva in generale stanno lavorando duramente per porvi fine.
Si stanno compiendo progressi e si stanno evidenziando passi nella lotta contro il razzismo nello sport e, si spera, questo problema sarà estinto.
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